È il momento di parlare del Bike Pride, che torna domenica 23 ottobre per l’XI edizione e dopo 3 anni dall’ultima.
È l’ottavo evento che organizzo, l’XI a cui partecipo (sì, non ne ho perso neanche uno), ma il primo da presidente dell’associazione Fiab Torino Bike Pride, che proprio dalla parata prende il nome.

Lo dice il nome. L’orgoglio della bici. E di chi la usa.

Organizzare e comunicare il “Bike Pride” è stato il mio primo compito da “cicloattivista” nel (lontano) 2013. Entusiasmo, adrenalina, soliti casini organizzativi, interviste, giornalisti, questioni politiche: organizzare il Bike Pride è stata la migliore gavetta che potessi avere. E se della mobilità e della comunicazione del “mondo bici” ne ho fatto una professione, oltre che aver continuato a fare l’attivista mettendoci anche la faccia, è grazie al quel marzo 2013 in cui fui coinvolta come ufficio stampa della neonata associazione “Fiab Torino Bike Pride” per aiutare nella comunicazione della IV edizione del Bike Pride.

Quell’anno fu un successo incredibile. Portammo in strada oltre 20 mila persone, imballando letteralmente le vie della città, riempiendo i giornali di articoli e dando finalmente spazio e visibilità a chi già pedalava tutti i giorni e lo faceva con orgoglio e su strade praticamente senza infrastrutture.

Poche infrastrutture, ma forse meno ostilità sulle strade. Come racconta anche l’articolo sul The Guardian sull’evoluzione dell’odio verso i ciclisti.

Da lì, abbiamo poi organizzato il Bike Pride ogni anno, fino al 2019, la decima edizione, con programmi più o meno articolati, temi specifici: bike economy, cicloturismo, il luoghi comuni sulla bici, il clima… e richieste politiche (come l’istituzione della Consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico). Fino alla pandemia che ci ha imposto di fermarci per un paio di edizioni.

E poi il 2022. Mi piace scherzare dicendo che è il popolo a chiederci il Bike Pride. Perché è prima di tutto un momento di festa, anche di rivendicazione dei diritti, ma soprattutto un giorno per l’orgoglio di chi ha capito che la bici è il mezzo più efficiente, bello, divertente per muoversi in città, di chi sente che salverà anche un po’ il mondo, come il titolo del libro di Peter Walker.

A pochi giorni dall’evento, sale l’entusiasmo e l’adrenalina dei volontari e delle volontarie che stanno attacchinando tutta la città con i manifesti dell’evento. E ammetto che emoziona sempre un po’.

Pedala con noi per vivere la città, è l’invito che facciamo alla città. Per l’aria pulita, la mobilità attiva, il benessere.

E mentre metto da parte le perplessità, attendo con un po’ di apprensione domenica.

Ma prima di domenica:

mercoledì 19/10 alle 11.30 organizziamo la conferenza stampa, in cui presenteremo la nostra richiesta all’Amministrazione

venerdì 21/10 parleremo di come comunicare la mobilità, in una formazione per giornalisti, di cui ho scritto più lungamente qui

Qui le belle grafiche realizzate da Graphic Days