L’idea di organizzare una formazione su come comunicare la mobilità era in ballo da un bel po’ con Maria Cristina Caimotto, amica con cui condivido anni di attivismo in Bike Pride, ma soprattutto docente dell’Università di Torino, linguista e autrice di “Discourses of Cycling, Road Users and Sustainability: An Ecolinguistic Investigation”.
E ora finalmente abbiamo una data: venerdì 21 ottobre 14, al Campus Luigi Einaudi – Sala Lauree Rossa.
Una data non casuale, essendo a due giorni dall’XI edizione del Bike Pride 2022 – Viviamo la città, che torna dopo 3 anni di pausa domenica 23 ottobre (h. 14, Parco del Valentino). Il “Bike Pride” è la parata di biciclette per le vie della città organizzata da Fiab Torino Bike Pride, associazione di cui sono presidente e di cui curo da anni l’ufficio stampa.

“Come comunicare la mobilità: dall’odio verso chi usa la bici e le “strade killer ad un linguaggio etico” sarà un incontro di formazione per giornalist* e comunicator*, ma aperto a tutte e tutti, su come parlare di mobilità attiva e sostenibile e come di incidentalità sulle strade, organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
Dopo centinaia di articoli su “strade killer”, colpevolizzazione delle vittime, di cui scrissi tempo fa qui, e “ciclisti ribelli”, è ora di fare un passo avanti e riflettere sull’uso corretto delle parole.

Il rapporto con i media è cruciale per attiviste e attivisti impegnati nella promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, ma quale linguaggio comune utilizzare? E come professionisti dell’informazione, di quali nozioni abbiamo bisogno per affrontare un tema così importante come quello della mobilità e nello specifico della mobilità ciclistica? Cercheremo durante la formazione di approfondire questi temi, per restituire sui media, così come sulle strade, il giusto spazio e rispetto alle vittime della strada e a chi come scelta individuale usa la bici portando beneficio a tutta la collettività.

Come vengono trattati e riportati i fatti di cronaca sulle collisioni stradali? Qual è il modo migliore, secondo l’etica e la deontologia, per informare i lettori sui progetti che stanno modificando la mobilità in ottica di sostenibilità e sicurezza nelle città e nei territori?

A parlarne con noi abbiamo invitato Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi, ciclista professionista ucciso in strada nell’aprile 2017, che ha creato la Fondazione Michele Scarponi per diffondere il messaggio #lastradaèditutti a partire dal più fragile e che ha fatto del tema della Sicurezza stradale il suo obiettivo, anche promuovendo delle linee guida sulla comunicazione.
Ci sarà poi Matteo Jarre della società italo olandese Decisio che ci parlerà della pianificazione della ciclabilità e dell’importanza della mobilità attiva e sostenibile per la salute e la sicurezza delle persone.
Come spiega Maria Cristina Caimotto, “La lingua che parliamo dà forma al modo in cui percepiamo la realtà. La scelta di determinate strategie discorsive, metafore, l’agentività e l’attribuzione delle responsabilità in un testo che riporta i fatti di una collisione contribuiscono ai discorsi dominanti attraverso cui interpretiamo e comunichiamo lo spazio pubblico, la mobilità e la giustizia sociale. È quindi necessario identificare i discorsi dominanti distruttivi e trovare strategie discorsive positive in grado di contrastarli e sostituirli”.

La formazione è valida ai fini del conseguimento di 3 crediti formativi per giornalisti e giornaliste, previa iscrizione sulla piattaforma www.formazionegiornalisti.it 
L’incontro è ad accesso libero fino ad esaurimento posti per i non iscritti.

 

EDIT: è disponibile qui la registrazione dell’incontro