A Torino, una delle città più inquinate d’Italia, si va verso il processo per tre ex amministratori comunali e alcuni ex assessori per comportamenti omissivi nelle politiche relative alla gestione dell’inquinamento dell’aria.

Dopo la chiusura delle indagini di luglio, la procura torinese ha infatti chiesto al Tribunale di fissare la prima data dell’udienza per la citazione diretta a giudizio di alcuni ex amministratori locali, tra cui gli ex sindaci Chiara Appendino (M5S), Piero Fassino (Pd) e Sergio Chiamparino (Pd) ex presidente della Regione e i rispettivi Assessori all’Ambiente. Qui il servizio del TgR Piemonte.

Il reato ipotizzato è ’“inquinamento ambientale in forma colposa” e il periodo preso in esame è quello tra il 2015 e il 2019.

L’indagine è scaturita dall’esposto presentato nel 2017 da Roberto Mezzalama, presidente di Torino Respira, comitato di cittadine e cittadini nato di lì a pochi mesi per “promuovere iniziative finalizzate a migliorare la qualità dell’aria nella città di Torino e nell’area metropolitana torinese, finalità perseguita anche tramite il sostegno a iniziative giudiziarie, sia in sede penale che civile, a tutela della salute”.

Faccio parte del Comitato Torino Respira sin dalla sua nascita, seguendo come attivista e soprattutto come addetta stampa le campagne di monitoraggio civico della qualità dell’aria “Che aria tira”e le azioni legali, a partire dall’esposto, ora procedimento penale, e la causa a Regione Piemonte di Chiara per i danno da smog al figlio , sostenuta appunto dal Comitato.

 

L’esposto del 2017

Come il Comitato ha riportato nel comunicato stampa che abbiamo diffuso appena appreso la notizia del rinvio a giudizio, “Quando nel mese di aprile del 2017 il presidente del Comitato Torino Respira Roberto Mezzalama depositò l’esposto in materia di inquinamento atmosferico dissero che si trattava dell’ennesima iniziativa velleitaria, che la destinazione finale di quell’atto sarebbero stati i cestini della raccolta carta della Procura della Repubblica. Ma quel testo in realtà era il frutto di un approfondito studio scientifico sulla natura degli inquinanti, sui danni provocati alla salute e sugli aspetti giuridici della vicenda.”

L’esposto venne presentato solo dopo che gli avvocati del Comitato dissero che i nuovi reati ambientali introdotti nel 2015 (tra cui il reato di inquinamento ambientale colposo contestato in questo procedimento penale) avevano aperto uno spazio importante per una iniziativa legale di questo tipo.

Ma non fu sufficiente il solo esposto a convincere la Procura della Repubblica ad approfondire ulteriormente la vicenda: allo stesso seguirono numerose memorie sempre presentate da Torino Respira in cui vennero, tra le altre cose, analizzate le politiche ambientali, del tutto lacunose, della Regione Piemonte e del Comune di Torino, gli enti garanti per legge della tutela della qualità dell’aria del nostro territorio.

Ora la Procura della Repubblica, anche in virtù dell’esito di tre consulenze disposte dai magistrati negli ultimi anni, cita a giudizio gli amministratori che dal 2015 al 2019 avevano la responsabilità di tutelare la qualità dell’aria dei cittadini torinesi.

Dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, gli amministratori coinvolti avevano modo di illustrare e difendere la propria posizione davanti ai pubblici ministeri, ma gli stessi hanno rinunciato a tale opzione riservandosi di esporre le proprie ragioni direttamente al giudice del dibattimento.

 

Costituirsi parte civile

“Torino Respira chiederà di costituirsi parte civile al processo, per avere modo di offrire anche in quella sede il proprio contributo di approfondimento scientifico e giuridico. Sarà un’occasione di approfondimento molto importante – dove gli amministratori coinvolti, i loro difensori e consulenti tecnici avranno l’occasione di spiegare cosa è stato fatto per ridurre lo smog, quali risultati sono stati ottenuti e comprendere perché gli obiettivi di qualità dell’aria non sono stati raggiunti. Ci auguriamo che questo possa essere di aiuto agli attuali e futuri decisori pubblici che hanno e avranno il compito di proteggere al meglio la qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno, per difendere i soggetti più fragili e maggiormente esposti ai danni alla salute provocati dallo smog”, ha dichiarato Roberto Mezzalama.

 

Alcuni comunicati stampa diffusi dal 2018 ad oggi

Chiusura dell’indagine (luglio 2023)
L’opposizione all’archiviazione (novembre 2022)
L’indagine va avanti (febbraio 2021)
Attesa della formale posizione della Magistratura (gennaio 2020)
Nascita del Comitato a sostegno dell’esposto (marzo 2018)

 

La rassegna stampa

Alcune delle uscite sui media in merito a Torino Respira.

 

Approfondimenti

Se il tema vi appassiona, si può sostenere l’impegno di Torino Respira, aderendo al comitato.